NUOVO CODICE DEGLI APPALTI
In vigore dal 1° aprile 2023, il nuovo Codice degli appalti fa parlare di sé per alcuni aspetti critici secondo noi, operatori del settore: trasparenza, affidamenti senza gara e digitalizzazione.
Il 1° luglio 2023 costituisce una data veramente importante per il nuovo Codice degli Appalti: scatta la piena operatività.
Vediamo quali sono i punti salienti analizzati dall’Ance:
– Uno dei temi più importanti è quello connesso con gli appalti sotto soglia; la soglia comunitaria per lavori e concessioni tra i quali rientrano anche i settori speciali è stata fissata a 5.382.000 euro. Nel caso in cui un contratto dovesse presentare un interesse transfrontaliero certo, il nuovo Codice prevede che vengano applicate le procedure ordinarie. Purtroppo, non esiste una definizione normativa precisa e dettagliata su cosa si intenda per interesse transfrontaliero.
– Altro discorso è quello che coinvolge i lavori che non presentano alcun interesse di tipo transfrontaliero. In questo caso le stazioni appaltanti hanno la possibilità di procedere con l’affidamento diretto (per contratti il cui importo risulta essere inferiore a 150.000 euro); In questo caso l’affidamento dei lavori può essere effettuato anche senza la consultazione di più operatori economici.
Le stazioni appaltanti possono procedere anche con una procedura negoziata senza bando con invito a cinque operatori, nel caso in cui i lavori abbiano un importo pari o superiore a 150.000 euro e risultino essere inferiori a 1 milione di euro, oppure possono procedere con una procedura negoziata senza bando, ma con l’invito di almeno dieci operatori per i lavori di importo pari o superiore ad un milione di euro e fino alle soglie comunitarie.
– Novità importante introdotta attraverso il Codice degli Appalti è la figura del dissenso costruttivo, il cui scopo è quello di andare a superare gli eventuali stop degli appalti nel momento in cui risultano essere coinvolti una pluralità di soggetti.
– Dal punto di vista della digitalizzazione, dal 1° gennaio 2024 le informazioni relative alle imprese saranno contenute all’interno di una specifica banca dati; si tratta di una vera e propria carta d’identità digitale, che potrà essere consultata in qualsiasi momento, senza che sia necessario presentarle di volta in volta da chi partecipa alle gare. Ciò comporterà notevoli risparmi in termini di tempo, economici e anche ambientali. Ma le pubbliche amministrazioni saranno pronte per la digitalizzazione?